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Irene, dalla finestra del suo appartamento, osserva le vite che scorrono nel palazzo di fronte: si interroga, muove pensieri verso esistenze sconosciute, in attesa di comprendere la propria. È sposata con Riccardo e insieme a lui decide di prendersi cura di Shadon, un indiano che lava i vetri delle auto al semaforo e che si è rotto la tibia. Lavora come segretaria per Silenti, dietologo e psicologo. Nel contratto è prevista una singolare clausola: un'ora di seduta settimanale con il dottore. In quei momenti Irene ferma l'anima, confessa inquietudini e vuoti non ancora colmati. Fino al giorno in cui percepisce di avere una finestra in pancia: non è più tempo per cercare luoghi, ma finalmente per essere luogo.