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Per un autore scrivere il peggior libro dal Novecento a oggi non è cosa facile: richiede dedizione e sacrificio, e a farne le spese è il suo rapporto con la compagna, ma forse anche con la scrittura stessa. In un fitto intreccio di narrazione, dialoghi e riflessioni, il protagonista analizza con spietata ironia il proprio essere scrittore, la propria relazione e la propria vita, nel fermo proposito di scrivere un'opera che sia la più brutta del suo tempo. Perché? Per pura realizzazione personale o per esorcizzare il demone della scrittura, a volte così doloroso e totalizzante? O forse soltanto per vedere l'effetto che avrà sui suoi lettori?