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"I racconti dell'età del jazz" costituiscono una raccolta di storie caratterizzate dallo svago e dal turbinio di feste, concerti e serate gaudenti in cui si inseriscono personaggi talvolta eccentrici abbozzati con grande estro creativo e narrativo. Sono racconti apparsi nel 1922 e segnano la partecipazione a un'età spensierata e allegra degli Stati Uniti senza mancare di una leggerezza manifesta in evoluzioni narrative che denotano il confine tra happy ending ed esito tragico. Jazz e denaro viaggiano di pari passo, sono emblema dello status sociale di ognuno, ne dettano il percorso e spesso ne determinano le azioni e le loro conseguenze. La raccolta in un certo senso anticipa quei nodi irrisolti della società americana di fronte all'emergere sempre più accentuato della proprietà privata, foriera di discriminazioni, emarginazione e dislivelli tra i vari ceti sociali. Mentre i bianchi celebrano con sfarzo l'appartenenza alla società ricca del nuovo mondo, gli autori di quello stesso jazz producono una musica che ne coglie la malinconia, note di dolore eppure dalle tonalità brillanti e accese dalle luci di New Orleans e Broadway.