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In meno di dieci anni Giovanni Botero pubblica tre libri che eserciteranno una vasta e profonda influenza: "Delle cause della grandezza delle città" (1588), "Della ragion di Stato" (1589) e "Le Relazioni universali" (1591-1596). Oltre a inaugurare la letteratura della ragion di Stato, Botero elabora una teoria della crescita urbana e getta le basi della moderna geografia politica. Impegnato a ribadire il controllo dell'autorità ecclesiastica sugli Stati temporali, egli studia attentamente nuovi oggetti - come la circolazione delle ricchezze, la popolazione, il territorio, l'equilibrio di potenza - ed escogita adeguati strumenti di governo. Nella lettura di Romain Descendre, le pagine di Botero offrono un ritratto politico della prima globalizzazione, basato sull'idea che città, Stati o imperi si rafforzino non solo con l'arte militare, ma anche con la mobilitazione di saperi economici, demografici e geografici. Una lezione che questo importante libro, finalmente tradotto in italiano con l'aggiunta di una Nota dell'autore e una Prefazione del curatore, riscopre in tutta la sua attualità, restituendo a Botero il posto che merita nella storia del pensiero politico.