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Nel corso del Trecento, le immagini diventano sempre più parte integrante del discorso politico e dell'azione pubblica, con una capacità di impatto visivo senza precedenti. Sulle facciate delle piazze urbane, in palazzi comunali, in chiese o conventi, in edifici di arti e confraternite, le pitture acquisiscono un potere enorme, "interagendo" con riunioni, rituali o cerimonie e raffigurando una realtà in cui i vari gruppi sociali potevano riconoscersi. Un fenomeno tanto complesso solleva questioni di vasta portata. In che modo le immagini raffigurarono argomenti politici teorici e astratti, questioni di giurisdizione, affari di governo, restando al contempo fedeli al nuovo paradigma "realistico" di Giotto? E quale importanza ebbe il postulato della "bellezza" e del valore estetico, sempre più richiesto dall'élite di committenti ricchi e politicamente potenti? In questo saggio sull'efficacia politica delle immagini e il loro significato costitutivo per l'immaginazione sociale nell'età di Giotto e Dante, Klaus Krüger svela al lettore un affascinante palcoscenico, centrale nella storia dell'arte italiana alla vigilia del Rinascimento.