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Il tema dell'immigrazione è entrato negli ultimi anni prepotentemente all'ordine del giorno della discussione politica nazionale e internazionale. Gli Stati nazionali, i governi, le organizzazioni umanitarie, le istituzioni internazionali, gli attori economici, la società civile si confrontano ogni giorno con il nodo della politica migratoria, declinata di volta in volta a seconda delle rispettive esigenze, dei rapporti di forza, degli equilibri, degli assetti che le classi dirigenti scelgono di privilegiare. In Italia il dibattito pubblico è dominato dalla cosiddetta «emergenza sbarchi», con tutto il corollario di provvedimenti di urgenza, di circuiti assistenziali, di rigurgiti razzisti che sono ampiamente documentabili quantomeno per il periodo che corre dalle «primavere arabe» del 2011 fino a oggi. La ricerca scientifica fatica a individuare uno spazio di riflessione e di sperimentazione capace di affinare lo sguardo e di ragionare sulla lunga durata dei fenomeni. Questo numero della rivista affronta il tema dell'immigrazione in una prospettiva di lungo periodo con una particolare attenzione alla sua dimensione politica. L'ottica adottata consente di cogliere aspetti rilevanti del rapporto tra la società italiana e le istituzioni pubbliche. Conoscere l'immigrazione aiuta infatti a disvelare il modo con cui si intrecciano le dinamiche nazionali e quelle internazionali, partendo dal processo di integrazione europea; aiuta a comprendere le trasformazioni nel mercato del lavoro; permette di ricostruire i punti di forza e di debolezza dell'azione delle istituzioni sul territorio; fa capire meglio l'origine e lo sviluppo dei conflitti sociali; porta a riflettere sulla centralità del terzo settore e la crisi del welfare: solo per citare alcune delle questioni che emergono dalle ricerche proposte. Dal punto di vista scientifico l'immigrazione rappresenta un terreno di incontro formidabile tra gli studiosi di storia e di scienze sociali. In questo numero, si intende rafforzare e rilanciare questo incontro. Le ricerche presentate intendono soffermarsi su un periodo storico che va dagli anni Sessanta a oggi. Viene ricostruito il lungo percorso di politiche che lo Stato italiano ha adottato per governare l'immigrazione straniera, dalla prima circolare del Ministero del lavoro risalente al 1963 fino ai provvedimenti emanati dal governo Gentiloni nel 2017, con un contributo dedicato interamente al passaggio al ministero dell'Interno di Marco Minniti. Vengono esaminati nel dettaglio i primi flussi migratori numericamente significativi che si collocano negli anni Sessanta-Settanta, quali quello delle lavoratrici impegnate nel settore domestico e quello degli operai provenienti dalla Jugoslavia e diretti in Friuli Venezia Giulia. Viene proposto un focus specifico sulla legge Turco-Napolitano del 1998 e in particolare sulla sua connessione con il processo di integrazione europea. Viene sintetizzata la storia dell'intervento sindacale verso l'immigrazione dagli anni settanta ai primi anni novanta. Viene analizzata la trasformazione di uno dei più importanti partiti politici italiani, la Lega, che si caratterizza per il passaggio da formazione di stampo antimeridionale a partito ostile all'immigrazione straniera. Emerge un quadro complesso e articolato, che ci permette di conoscere più a fondo un tema troppo spesso schiacciato sulle contingenze del presente.