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"Il sottosuolo dei demoni" è un libro di filosofia, ovvero di pensiero "forte" su temi di comparazione estetico-antropologica. Si tratta di un viaggio in un Novecento che non ha mai consegnato la sua eredità all'epoca successiva. Il moderno sparisce e ricompare con un magico sentiero la Tradizione. Restano fondamentali alcuni scrittori e alcuni filosofi che hanno accompagnato l'autore del libro nel corso della sua vita in un abitare linguaggi e misteri. Si attraversano vissuti di contaminazioni tra letteratura, antropologia, filosofia ed estetica. Leggendo il testo viene immediatamente alla luce il suo testamento spirituale e restano come solchi i nomi di Pavese, Zambrano, Eliade, Masullo, Weil, D'Annunzio e Dostoevskij. Altri segnano la via e ulteriori pellegrinaggi. Forse non fanno la vita, tout court, dello scrittore Pierfranco Bruni, ma diventano incisi nella carnalità dell'anima come anima carnale. Il titolo è già un sottolineare chiaro. Il "sottosuolo" e i "demoni". È un libro eretico? O forse di più o forse altro. È certo che la filosofia contamina tutto. Quella filosofia che è estetica ed è profondamente metafisica oltre il nichilismo. La figura di Dostoevskij resta centrale nel vissuto di un uomo e di uno scrittore che ha fatto della sua scrittura il tempo dell'esistere.