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Agli inizi degli anni Settanta, dopo l'inaspettata ascesa politica della Destra nazionale, una sorta di "morboso" interesse, da parte di media e di intellettuali, si manifestò attorno all'ambiente intellettuale al quale quasi mai ci si era accostati da parte dell'establishment culturale dominante. L'intento non fu tanto quello di comprendere le ragioni dei "reprobi", ma piuttosto si demonizzarle. Tuttavia la cultura di destra animò un mondo che secondo i "padroni del potere" non avrebbe dovuto avere cittadinanza. Alcuni autori, tra i più importanti che, sia pure per approssimazione è possibile "catalogare" di destra, Gennaro Malgieri li intervistò nell'arco di poco più di quindici anni. In questo libro le loro opinioni sono state raccolte allo scopo di mostrare come e in che modo le diagnosi di intellettuali, al tempo neppure considerati dalla cultura conformista, avessero la vista lunga nel descrivere il tempo dell'inquietudine preludio del "pensiero unico". Le diagnosi di Jünger, Freund, Paratore, Gregor, Bardéche, de Benoist, Horia, de Tejada, tra gli altri, non sono diventate archeologia intellettuale, ma aiutano a comprendere gli esiti della modernità.