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Contro le seduzioni della stampa rivoluzionaria, sempre più diffusa, il Conte Monaldo Leopardi (1776-1847) ritenne necessario stimolare gli "scritti sani", che con la medesima determinazione degli avversari riconducano «le idee degli uomini sulle strade del raziocinio» e ristabiliscano «l'edifizio sociale sui fondamenti della religione, della giustizia e della verità». E quale migliore forma, per diffondere le "buone idee", di quella di agili dialoghi che spiegano anche al pubblico più semplice i principi basilari di morale e politica? Così, per commentare i movimenti rivoluzionari del 1830 e 1831 (in primo luogo con le sedicenti "gloriose giornate" che in Francia portarono all'abdicazione di Carlo X e all'instaurazione del regime liberale di Luigi Filippo), Monaldo Leopardi pubblicò non un infuocato pamphlet o un ponderoso saggio politologico destinato a pochi scelti lettori, bensì alcuni Dialoghetti che potevano raggiungere un pubblico vastissimo. Il successo fu immediato: moltissime le edizioni che si susseguirono - a volte anche all'insaputa dell'Autore - e che spinsero il Conte Leopardi a continuare sulla via intrapresa e a scrivere altri dialoghi, finalmente qui raccolti in un unico volume. Tutti i dialoghi: Dialoghetti sulle materie correnti nell'anno 1831; La città della filosofia; Una donna filosofa e una donna cristiana; Predica sui novissimi al popolo liberale da don Muso Duro, curato del Paese della Verità e nella Contrada della Poca Pazienza; Vado a farmi volontario del Papa; Un'oretta di conversazione tra sei illustre matrone della buona antichità; I due patriarchi. Il Signor di Voltaire ed il Signor Lafayette; Un assassino ed un filosofo liberale: Dialogo fra un filosofo e un porco; Catechismo filosofico.