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Continua il viaggio dell'autrice nelle similitudini della Divina Commedia. Rileggendo "sanza alcun sospetto" la Commedia, cioè senza alcuna intenzione di scrivere qualcosa intorno ad essa, ma solo per il piacere di ritornare alla sua poesia, l'autrice riscopre di quale immensa ricchezza interpretativa fosse dotata di per sé l'opera di Dante e come fosse riposante ed appagante lasciarsi condurre dalla bellezza dei suoi versi, magari con qualche o più manchevolezza di comprensione, ma con tanto più piacere intellettuale ed estetico. Per la prima volta, nel panorama letterario riguardante il sommo poeta, l'autrice avvia uno studio sistematico delle similitudini nel contesto dell'opera, lette come strumento di comprensione privilegiato.