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Il saggio affronta le nostre credulità e le loro conseguenze e indaga sulle manipolazioni di chi cerca di "venderci" le sue opinioni contrabbandate per "verità". Di queste manipolazioni siamo stati testimoni nella storia dell'uomo, anche nel Novecento, con le tragedie del nazismo, del fascismo e del comunismo. Ma la confusione tra "credere" e "sapere" è sempre presente nell'attualità, basti pensare oggi al fenomeno delle "fake news". L'autore si sofferma anche sull'aspetto religioso. Il testo non è però una ribellione ma uno studio che considera anche le persecuzioni rivolte nel passato dalla Chiesa contro coloro che hanno osato manifestare un pensiero originale, come Galileo Galilei: tutti bollati da "eretici", compresi i testi degli illuministi, negli anni scorsi riabilitati da Benedetto XVI ma, nel loro tempo, vietati. Così come è successo, al libro «Dei Delitti e delle Pene», scritto nel Settecento da Cesare Beccaria. Questo ha indotto l'autore a indagare anche sul nostro modo di affrontare il tema di Dio, senza sfociare né in un credo indimostrabile, né in un ateismo vuoto se non assurdo, ma cercando una serenità di solito considerata impossibile.