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Il testo affronta i cambiamenti che hanno caratterizzato la scelta di non investire più nell'arte della bachicoltura ma anche le piccole realtà che ancor oggi dimostrano di "saperci fare" nonostante siano totalmente in controtendenza con il mercato. Si parla della storia, o meglio leggenda, che ha fatto conoscere al genere umano questo splendido materiale da tessitura, la sua tradizione nel tempo, i mezzi utilizzati per rendere agevole il lavoro dei bachicoltori, le coltivazioni del gelso, come è accaduto il declino. Infine, una splendida sorpresa. L'autore riporta alla luce il testo originario "Il baco da seta" di Alessandro Gioda, del 1926, che viene riproposto integralmente nella seconda parte del presente volume.