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Lorenzo Da Ponte, instancabile difensore e divulgatore della cultura della sua Italia nel mondo, da sempre, si trascina dietro un pesante, immeritato fardello di negatività, dovuto quasi sempre a una colpevole superficialità nell'approfondimento della sua opera, sostituito, sempre, da una sterile maldicenza legata al suo presunto libertinismo. L'abate libertino, Casanova in sedicesimo, canaglia di mediocre spirito, per citare solo alcuni dei "meriti" attribuiti al grande librettista.