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Silloge sincera e diretta che offre immagini immediate come fotografie, attimi della realtà odierna. Lo sguardo disincantato, mai banale, mette a fuoco tematiche che nessuno di noi può ignorare, dove è possibile riconoscere i nostri pensieri finora sopiti: ricordi di un passato ricco di sogni, consapevolezza di un presente in cui si perdono i buoni sentimenti e altri scrivono la nostra storia. Poesia civile, al tempo stesso personale, capace di smuovere le nostre coscienze. Con il suo declamare ora serio, ora scherzoso, più di una volta tocca, infatti, un nervo scoperto e colpisce fin nel profondo. Ci dice anche che la felicità deriva da noi e da noi soltanto, dalla nostra voglia di lottare contro le avversità della vita. Se per il Poeta lo scorrere del tempo assume sfumature legate al suo vissuto, le domande che si pone ci appartengono e mettono in gioco ciascuno di noi. Una considerazione tra le tante, in questo periodo la solitudine è stata l'unica compagnia per molti, una solitudine forzata che non ha niente a che fare con quella desiderata, scelta. Chissà poi se ne rimarrà memoria o, come un cimitero abbandonato, sarà spazzata via? Il Poeta lo chiede a se stesso e al Lettore con i suoi versi ritmati. Un linguaggio singolare in cui le parole si rincorrono, accordano frasi, chiariscono concetti, giocano con rime baciate, alternate. Interessante l'utilizzo tutto personale della canzone di classica memoria, capace di creare un effetto ballata veramente suggestivo.