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Le radici di un uomo sono nella sua storia personale, in quella familiare, in quella locale e territoriale. Infine, nella memoria collettiva dei suoi connazionali. La Storia, pertanto, stabilisce il legame selettivo e critico con il passato. Rinvigorendo il presente. E infondendo speranza operativa nel futuro. Il recupero dei valori della tradizione fissa l'identità dell'individuo, favorendo quel processo di auto-riconoscimento all'interno di un gruppo sociale di cui egli sente di far parte. Il senso di appartenenza sviluppa il radicamento. E nei giovani contemporanei questo bisogno di appartenenza è assai forte. Inoltre, contribuisce alla costruzione di un mondo significativo, ricco di senso, perché pregnante di contenuti e di valori universali per tutta l'umanità. Da qui la necessità di riportare il vissuto e le esperienze personali alla luce, non solo per conservarne memoria, ma soprattutto per coglierne il valore educativo. Infatti se un'esperienza non viene raccontata si disperde e restano nell'oblio anche i saperi che essa produce. Grazie al suo potere demiurgico il metodo narrativo rappresenta lo strumento privilegiato per costruire significati. Attraverso la narrazione l'esperienza viene ricostruita, modellata e riempita di senso e tale lavoro diviene un esercizio meta-riflessivo in grado di promuovere educazione e apprendimento sia per chi narra sia per chi ascolta. Ogni vissuto cela un significato che chi lo narra ha il dovere di far emergere e chi lo ascolta ha il diritto di accogliere. Rolando Guerriero tratteggia in quattro racconti, con garbo e un pizzico di ironia, gli anni in cui la televisione era un elettrodomestico a disposizione di pochi privilegiati, per mantenere i contatti con amici e familiari occorreva riempirsi le tasche di gettoni telefonici o monete equivalenti, andare all'estero era un'avventura.