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Ulisse è un manovale, figlio di immigrati che negli anni '50 si sono stabiliti a Tor Bella Monaca. Il suo nome è un marchio affibbiatogli da bambino dai ragazzi di strada, quando la timidezza e l'aria spaurita e trasognata lo rendevano un bersaglio facile. Ancora nell'età adulta, l'unica evasione possibile dalla borgata sono le sue fantasticherie. Finché a sessant'anni si ritrova finalmente libero dalle fatiche del lavoro in cantiere. È come l'inizio di una nuova vita: può uscire dalla sua periferia e scoprire Roma. In compagnia del cane Nerone, inizia a vagare per i quartieri come un esploratore bambino, con i suoi candori di uomo mite e con una visione immaginifica delle cose del mondo. Ulisse è un Marcovaldo dei nostri tempi, che con sguardo ironico, malinconia e inestinguibile stupore svela gli splendori decaduti ma sempiterni di Roma, e insieme le sue miserie quotidiane, gli scarti e i margini, inseparabili dai resti della sua passata grandezza.