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«Il mondo intero non è degno del giorno in cui il Cantico dei cantici fu donato a Israele». Rabbi Achivà commentava così l'eccezionalità di un poema difficilmente situabile, che oggi appartiene non solo al canone biblico ma alla letteratura universale. Poema erotico-pastorale che celebra l'amore umano? Dialogo d'amore tra Dio e il suo popolo? Colloquio intimo tra il Signore e ciascun essere umano? Chi sono l'amante e l'amata che fremono, palpitano e si toccano, e poi si rincorrono, si cercano, si perdono e si ritrovano? Verso dopo verso, sondando i segreti delle parole ebraiche originali, Teresa Forcades ci invita a un'apertura ermeneutica audace e arrischiata. Mentre ci restituisce il contesto storico e scandaglia le diverse traduzioni e le infinite letture offerte nel corso dei secoli, l'autrice commenta il testo in un'analisi tanto rigorosa quanto appassionata, e coglie nella ricerca d'amore che il Cantico mette in scena una sensibilità specificamente femminile, un nuovo posto per la donna e l'assoluta centralità del corpo e del desiderio, tanto umano quanto divino.