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Negli anni a venire, l'elaborazione del lutto della pandemia - economico, umano, sociale - e l'impressionante lievitazione del debito pubblico per le misure anticrisi, c'è poco da fare, saranno temi centrali. Paolo Silvestrini, per esorcizzarli, affronta l'uno e l'altro trasfigurandoli in parabole tragicomiche; e più lascia andare la penna al gioco, più si avvicina alla realtà. La prima racconta di una comunità che, per il capriccio di uno stravagante Dio, si trova a vivere in un mondo regolato da un meccanismo finanziario di crescita esponenziale (il fatto che la crescita infinita sia matematicamente impossibile diventerà chiaro a poco a poco). Nella seconda, un Re che ha l'ambizione di vivere per sempre segue i consigli della Morte per rimandare di volta in volta la fine; ma prima o poi con la fine bisogna fare i conti. Insieme, due fiabe contemporanee per capire l'oggi (e magari riderci su).