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Si può dire che tra il 1962 e il 1982 mezza Italia abbia provato a ricattare l'altra metà con ciò che sapeva delle morti di Enrico Mattei e di Aldo Moro. Per finalità nobili, come costringere certi politici a recidere i perversi legami con Cosa Nostra, e meno nobili, come lucrare sul metanodotto Algeria-Sicilia o sottrarsi ai rigori della legge. Divenuti "segreti di Stato", questi e altri delitti hanno beneficiato di una ferrea tutela istituzionale, a opera in particolare dell'Arma dei carabinieri. Chi minacciava di violarli ha rischiato di subire la sorte del giornalista Mauro De Mauro e del generale dalla Chiesa, eliminati dal braccio secolare mafioso. Ha invece salvato la pelle l'ex sen. Graziano Verzotto, preso di mira dal fascista Berardino Andreola, che tre anni prima aveva fatto saltare in aria l'editore Giangiacomo Feltrinelli sotto il celebre traliccio di Segrate. Grazie a un'approfondita ricerca storiografica, testimonianze di pentiti e documenti giudiziari, Egidio Ceccato ripercorre alcuni degli eventi più oscuri della Prima Repubblica, mostrando come taluni settori delle istituzioni non abbiano esitato ad avvalersi della criminalità mafiosa o del terrorismo fascista per la difesa di inconfessabili segreti di Stato.