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É la sera della domenica di Pasqua del 1960: in quel di Coltano, nelle terre della bonifica pisana, a casa dei Forti si ritrovano la famiglia dei Bardi e l'amico Bruno per il gioco della tombola. Massimo, il piccolino dei Forti, attratto dal colore e dalla forma di un chicco di granturco usato dai giocatori di tombola come segnanumero sulle cartelle, decide di seminarlo in modo molto originale: infilandoselo nel naso. Da quel gesto si dipana una storia di rapporti familiari segnati da grande amicizia, amori tormentati e malattie incurabili, fino al ritrovamento del cadavere della bella Liliana, vicina di casa, che porterà il commissario Giammona ad investigare fin tra i vicoli e i riad di Marrakech. Sarà nonno Elia, raccogliendo il chicco di granturco uscito dopo due giorni dal naso del piccolo nipote, a valorizzarlo per ridare fiducia al futuro di due famiglie sfortunate. Un romanzo di formazione che va incontro con rassegnazione alle ingiustizie umane e divine, costruito sullo sfondo della bonifica pisana nei primi anni '60, popolata da mezzadri veneti, quando i benefici del boom economico stavano per arrivare. Ma non per tutti.