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La campagna di Russia è tra i fronti più studiati della Seconda guerra mondiale. La storiografia e la memorialistica hanno affrontato gli eventi della "guerra di Russia" a più riprese, secondo una prospettiva di volta in volta militare, autobiografica, oppure politico-diplomatica. Non molto si conosce delle associazioni sorte già nel corso del conflitto che, animate da personalità del mondo culturale e politico, agirono per accertare la morte o la prigionia dei soldati italiani, per alleviare le loro condizioni morali e materiali, per rendere nota la sorte dei sopravvissuti. L'"Alleanza Familiare per i prigionieri e i dispersi in Russia" fu la prima di queste realtà. Attraverso la rassegna dei documenti inediti e del carteggio pubblico e privato del suo fondatore, Giuseppe Micheli, è possibile fare luce sui momenti della sua nascita, l'avvio dei contatti in favore dei prigionieri italiani in Unione Sovietica, la sua azione presso il mondo politico, i rappresentanti del Partito Comunista Italiano, gli interlocutori sovietici. Lo studio descrive i rapporti con l'Alto Commissariato per i prigionieri, la Croce Rossa, il dispiegamento della "Tridentina" e il racconto dei protagonisti.