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"È il racconto del viaggio di una ricercatrice della mente che incontra delle persone, i pensatori dialogici, accompagnandoli nel disvelamento di parti di sé importanti e trascurate, che vogliono parlare con il mondo e con loro stesse. Non tutti coloro che hanno allucinazioni, qui intese come la capacità di attivare e udire le voci, se ne sono fatti un problema e certamente non lo vanno nemmeno a dire in giro, vuoi perché ci sono abituati, vuoi perché lo trovano normale, così come Mozart ad esempio, che pare vedesse colori mentre suonava. Ma questo è oggetto di una prossima opera, che non vedo l'ora di leggere anche io. Un indizio: fate attenzione alle immagini che, come una punteggiatura, accompagnano i vari capitoli del libro. Esse rappresentano un testo nel testo. Sono immagini "parlanti", prodotte da quegli stessi processi immaginativi di cui si parla nel libro. Parola antica: intenzionalità. Questa ce la teniamo cara perché l'ha introdotta F. Brentano, quando ha inventato la psicologia moderna, e ci piace perché è una chiave molto potente e utile per comprendere la mente. Parole vecchie: allucinazione uditiva, malattia mentale, elettroshock, contenzione farmacologica e fisica, stigma, pericolosità sociale, interdizione, schizofrenia, ospedale psichiatrico... Un vocabolario terribile che vorremmo cancellare. Perché le parole sono macigni o chiavi, sotterrano la mente sotto il loro peso o la aprono sollevandola dal peso del disorientamento e dalla paura. Ecco le parole nuove: Pensatore dialogico. Buona lettura, vi auguro che dopo questo libro capiti anche a voi di cambiare paradigma e parole." (Dott. Giuseppe Galdi - Dirigente Medico Psichiatra S.P.D.C., Ostia)