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Perché dalle più varie porzioni della società civile e della cultura sale una struggente invocazione della memoria che staremmo per perdere? Forse l'indecifrabile «uomo nuovo» che si profila al di là dell'homo sapiens sta perdendo una delle fondamentali facoltà del genere umano? Siamo condannati alla smemoratezza per via di una sorta di "decrescita felice" dell'humanitas a vantaggio di una civiltà tecnologica tanto efficiente e seduttiva quanto di per sé disumanante? Che cos'è, come si forma, come si esaurisce e si annienta la "memoria collettiva"? Partendo da queste domande e integrando fonti storiografiche, tesi filosofiche e analisi sociali, Giuseppe Carlo Marino fornisce un'interpretazione organica dei cambiamenti epocali che hanno investito il mondo a partire dalla seconda metà del secolo scorso.