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Un percorso alla ricerca delle radici, di quella «casa dell'anima» che custodisce le nostre memorie familiari, la storia delle generazioni che ci hanno preceduto, delle lingue che ci abitano contro la cancellazione disumana delle persecuzioni e degli esili. Questo diario senza date, tra il lirico e il riflessivo, convoca la «bellezza» come luogo dove essere accolti, dove scoprire il senso della vita come ascolto e ospitalità. La lingua ungherese vibra fra queste pagine, avvolte dalle sfumature impalpabili della nebbia sul Danubio. Qui si addensano le parole di scrittori, poeti e intellettuali impegnati a traghettare fragili ma immortali messaggi di umanità: Anna Achmatova, Walter Benjamin, Paul Celan, Nelly Sachs, Imre Kertész, Eugénie Goldstern, Jean Halpérin. Tante piccole case dove imparare ad abitare il mondo.