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Nelle capitali di un grande impero in agonia si gioca l'eterna partita tra vincitori e vinti della storia. Nel li secolo dopo Cristo da Alessandria d'Egitto a Cesarea, da Roma a Costantinopoli si consuma lo scontro tra due intellettuali, il pagano Celso e il cristiano Origene. Dottrine e fedi sembrano trionfare cancellando chi, come Celso, non crede nell'atto di credere, ma ogni dogma si rivela alla fine instabile e illusorio. L'altra partita giocata nel romanzo è quella tra forza delle immagini e ambizione della ragione, tra l'ideologia che vorrebbe portare la verità e l'immagine poetica, irriducibile a una sola verità ma specchio del mistero polimorfo dell'esistenza.