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Mussolini si è aperto a un unico interlocutore straniero: lo scrittore tedesco Emil Ludwig. I loro incontri, che hanno luogo nella sala del Mappamondo di palazzo Venezia, a Roma, tra il 1929 e il 1932, disegnano il ritratto di un dittatore risoluto, che ha eliminato ogni avversario interno e sembra preoccupato di modernizzare il Paese e contribuire alla pace europea. Per la prima e ultima volta, in un téte-à-téte con una persona che contesta sue idee, Mussolini apre uno squarcio sulla sua vita privata, sui suoi modelli e la sua visione del mondo, in una fusione veramente sorprendente di verità e menzogna. Nel 1933, un anno dopo la pubblicazione dei Colloqui, il Duce tenterà di bloccare la diffusione del libro, in cui aveva forse detto troppo.