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"Vite al macello" è un romanzo ambientato nella provincia matta e disperatissima di Torino; al centro della vicenda, l'amore turbolento tra M. e F., finito malamente dopo quarantacinque anni di matrimonio. Con un linguaggio dissacrante, ironico e politicamente scorretto, ci si addentra nelle dinamiche di una "classica" famiglia di commercianti: il fervore religioso di F., le risse nel retro di una macelleria, gli esorcismi sulle due figlie e infine il divorzio, con le conseguenti ripicche e vendette. E naturalmente ci sono i loro tre figli, spettatori di quell'amabile circo, indecisi se scappare via o farci su un business. "Nelle case non c'è niente di buono", diceva Céline, ma c'è anche qualcosa di profondamente tragicomico che sarebbe un peccato tacere, almeno in questo caso.