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Il commendatore ed ex senatore Furio Valmastri, esule istriano, muore durante il ricevimento per il suo novantesimo compleanno, alla presenza del professor Attilio Fabris, famoso scrittore che per anni ha rifiutato di scriverne la biografia. Lo farà nei mesi successivi, seguendo una sorta di ossessione nei confronti del personaggio politico triestino, raccontandone la storia attraverso la voce di chi gli è stato vicino: la moglie Ester, il figlio Antonio, la sorella Maria. Dalla narrazione emergeranno scaltrezze, ombre, macchie pubbliche e private; dall'esilio e dal campo profughi all'apertura di un leggendario locale alla moda, il Caffè Santos, passando per il prodotto di maggior successo, il Brandy Adriatico, fino alla carriera politica e allo scandalo di Tangentopoli. Il destino di Trieste è legato a doppio filo a quello del protagonista; la città, come Furio, pare essersi fermata agli anni del secondo dopoguerra. Spetterà al figlio Antonio spezzare l'incantesimo.