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Pochi giorni dopo la morte di Amedeo Aldobrandi, viene ritrovato al Pirgo, sul lungomare di Civitavecchia, il cadavere di Sveva, erede insieme alla sorella Alessandra - da anni lontana dalla famiglia - dell'omonima ditta di import-export. L'indagine viene affidata al commissario Costantini, uomo esperto e dal fare disincantato, e all'agente Palumbo, apparentemente distratto dalla vita notturna. I due iniziano a indagare nell'ambito aziendale, dove il direttore sembra sapere più di quanto dice, e in quello familiare. Il caso si rivela oscuro e sfuggente. La strada dei due poliziotti si incrocia con quella di Ambra, avvocato praticante maldestra e in lotta con la bilancia. La giovane donna si imbatte nel possibile errore giudiziario di un uomo condannato a quindici anni di carcere, Fabio Rizzato. Per uno strano scherzo del destino, l'uomo è un vecchio amico del commissario. L'unico modo per venire a capo dei due misteri è integrare la professionalità e l'intuito di Costantini e Palumbo con la tenacia e la verve di Ambra: solo ampliando l'orizzonte delle loro ricerche sarà possibile fare chiarezza.