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«Amo non più. È finita ti». Si apre così, con la scomposizione di una frase, questa cartografia di un'anima in bilico. Con la perdita di Silvia, Giulio non smarrisce solo una dimensione sentimentale, ma un'intera costellazione di significati e il senso stesso della vita. La prima reazione dinanzi al trauma, la fuga su un arcipelago della Tanzania, non servirà a nulla se non a farlo sentire ancora più solo, in mezzo a un oceano di niente. II ritorno a Roma e alla vita d'ufficio si rivela però violento: il rifiuto delle amicizie, della socialità e degli affetti familiari è ancora prepotente, finché, grazie a una serie di incontri inaspettati, si aprono le porte del tempo, della memoria del suo luogo privilegiato: l'infanzia.