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Osamu Tezuka accetta e vince la difficile sfida di adattare a fumetti un immortale capolavoro della letteratura, ponendosi sullo stesso piano di un gigante quale Fëdor Dostoevskij. Con il suo occhio cinematografico rende al meglio le malefatte di Raskòl'nikov: il tormento e la paranoia del protagonista sono un crescendo reso magistralmente da un autore che non ha mai fatto segreto del proprio amore per la letteratura. Il segno sintetico e leggibile rende l'opera quasi una fiaba disneyana, senza lieto fine.