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Chi ha seguito il suo percorso di scrittura, in prosa e in versi, conosce l'irrequieta curiosità del Gualberto Alvino scrittore (palesatosi pienamente quand'era già ben nota l'attività critica e filologica, intensa e dagli esiti importanti). È un'attitudine che lo porta in ogni nuova prova a cercare soluzioni almeno in parte diverse da quelle adottate in precedenza, pur nella fedeltà ad una precisa tendenza, che risponde all'imperativo di non blandire mai il lettore con forme piane e immagini rassicuranti. Il canzoniere amoroso "sui generis" che il lettore ha adesso tra le mani condivide coi libri precedenti di Alvino l'impostazione di base: la letteratura è impiegata come strumento di conoscenza. Una conoscenza nella fattispecie ottenuta facendo collidere ambiti dell'esperienza che verrebbe da considerare incompatibili: come sempre capita quando uno scrittore è in grado di scardinare con felice spregiudicatezza i limiti del senso comune, l'inaspettata fusione di orizzonti permette di guardare alle cose da un punto di vista diverso. (Luigi Matt)