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Giuseppe Parato indaga la filosofia del progetto dapprima come dialogo con un progettista economico degli anni '90, da cui emergono le caratteristiche razionali del progetto i cui valori sono radicati in un'epoca storica dominata dalla cultura capitalistica occidentale. Da qui prende avvio l'analisi e l'interpretazione della "Modernità liquida" di Zygmunt Bauman e della "Società del rischio" di Ulrich Beck. In queste coordinate la progettualità viene sostituita dalla precarietà, eppure, per l'autore, è ancora possibile ricreare un nuovo paradigma a partire dall'etica e da una concezione olistica del mondo. Ne emerge una "teoria della complessità" nella quale i progetti-rete diventano fondamentali e nella quale il sistema organizzativo imprenditoriale può trovare nuovi equilibri che non mettano a rischio l'uomo e la società stessa.