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"La panchina" di Natale Maugeri è un libro intimamente legato alla contemplazione e questo si può notare benissimo nel racconto che è anteposto alle poesie, ma che ne è parte integrante e costituente. Sono le tempeste interiori e l'amore, che vengono individuate all'inizio, a costituire gli estremi di un'esistenza in cui la panchina, quella richiamata nel titolo, è il luogo metaforico del ritrovamento di se stessi attraverso la meditazione. La panchina, dunque, da oggetto estremamente comune e, forsanche, bistrattato si tramuta nella voce dell'anima. L'amore è il linguaggio di viandanti solitari e, come un viandante, il poeta va ad esplorare le vie della propria essenza, ma denuncia anche i mali del mondo.