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Quando la luce lasciava spazio all'ombra. Compariva un cavaliere. Verso il palmeto. Una sagoma nera, in fondo alla striscia di polvere e di ghiaia, che partiva dai ruderi dei cantieri di Casebasse e riportava la mente alle porte del deserto, alle strade che conducono con le loro leggende di sultani e con le storie di battaglie di guerrieri berberi ai villaggi intorno a Marrakesh. Un cavaliere brutto di faccia, di occhi e di capelli, alto, deciso, vestito di nero e oro fastoso. Uno zingaro, dicevano, strano, misterioso.