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«La "grande storia" è ingrata, dà per scontato che la gente soffra per assecondare il volere e il potere di pochi. Un paradigma tentacolare e distruttivo che raramente esalta la virtù di chi soffre per colpa altrui. Lo so, è un discorso impervio e persino assurdo, ma raccontando le "gesta" sfugge la portata di quelle energie impiegate da milioni di uomini mandati allo sbaraglio. Energie e sentimenti che altrimenti valorizzati e non umiliati spingerebbero a ragionare in altro modo, a spiegare che è possibile cambiare economie e società nell'interesse comune. Questo per dire che la storia è maestra di vita soltanto se saprà toccare e far vibrare gli animi come le corde umanamente vibranti di un violino di Stradivari. Improbabile. Sì, ma cosa altro ci rimane?»