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"Gridai tanto che il guardiano, abbandonato il registro, entrò spaventato nel locale. Gli mostrai quello che non immaginavo di trovare, il libro che avevo infilato nella borsa di mio marito prima che scomparisse per sempre. Era mezzo strappato e mancavano delle pagine, gli dissi: 'Ho ritrovato mio marito'. Mi guardò stupito dicendomi che mio marito non era mai stato lì, nell'infallibile registro non c'erano né il nome né il cognome. Uscii senza voltarmi indietro con il libro in mano, l'autista mi aspettava e gli urlai di portami alla stazione. Nel lungo viaggio di ritorno a Mosca ebbi il tempo di pensare che dovevo rassegnarmi e accontentarmi del cimelio, quel libro che ormai lo sostituiva e di cui potevo fare quello che volevo..."