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"Sottovoce". Un errabondo viaggio alla ricerca di se stesso e dell'amore. Un viaggio senza approdi. L'io si protende inutilmente verso quell'universo femminile che sente come il suo completamento, da cui però non riesce a ricevere risposte. D'altra parte, e forse in conseguenza, l'io vede naufragare anche la possibilità di ritrovarsi, mentre il tempo scorre inesorabile e la solitudine si fa sempre più disumana. Solo in alcuni momenti ci sono, o sembrano esserci, dei varchi, delle luci che inducono l'io a sperare di poter placare il desiderio inesausto di pace e felicità, ma ne scopre ben presto l'insussistenza. La poesia di Arthur Alexanian si nutre di questa tensione tra ideale e reale espressa attraverso immagini sempre nuove e, tuttavia, semanticamente contigue.