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Forte dell'esperienza di un lungo incontro, umano e letterario, con l'autore, Lorenza Rocco ritorna a Michele Prisco facendone rivivere la parabola umana e artistica in un ritratto che ha il respiro e la narrazione del romanzo. Qui si fonde il dato biografico alle ragioni di una passione per la scrittura, che affonda le radici nell'infanzia favolosa... Lì la scoperta del mistero e delle apparenze da smascherare per giungere alla verità dei fatti e denudare il groviglio del cuore umano. Lì il motivo della "suspense", che caratterizza la sua scrittura e finisce con il coinvolgere il suo vissuto nel giallo di un romanzo interrotto e dimenticato. L'autrice ci introduce così nell'officina dell'autore con forza espressiva chiara e lineare, pregnante ed esaustiva. Il ritratto dello scrittore, che viene a delinearsi, è a tutto tondo, dall'infanzia favolosa e gli anni dell'adolescenza alla gioia della scrittura, nel narrare il gene del Male e della violenza: dalla felicità narrativa dei romanzi e racconti ai poliedrici interessi che vanno dal giornalismo alla critica cinematografica. Ed è singolare che tutto nasca da un sogno...