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Il libro offre un'analisi della pittura a Mantova nel XV secolo, con un grado di approfondimento mai tentato. Di fianco agli "episodi" principali e meglio noti - le attività del Pisanello e di Andrea Mantegna - si dipana una fitta trama di eventi "minori", che consentono di ricostruire un vivace ambiente culturale, di contestualizzare i casi più studiati e di proporre una lettura organica della cultura figurativa nella città dei Gonzaga, nella quale operò un esercito di artisti, spesso dimenticati, che hanno dato volto e immagine al marchesato. Lo studio si avvale di ricerche d'archivio, letture formali e iconografiche, interazioni con fonti antiche e moderne, affondi tematici, indagini capillari sull'esistente e sul perduto. Il libro spazia dagli ultimi anni del XIV secolo (quando in città fu attivo Stefano da Verona), attraversa il Tardogotico del Pisanello, il Rinascimento di Andrea Mantegna e ci accompagna fino ai primi anni del XVI secolo, quando i coniugi Francesco II Gonzaga e Isabella d'Este si "sfidarono" in una committenza moderna e lungimirante.