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Scelti e tradotti dal persiano dall'iranista e islamologa Anna Vanzan, dieci racconti, finora mai pubblicati in Italia, che celebrano l'impressionante talento narrativo di Sadeq Hedayat, scrittore coltissimo e maledetto, la cui opera è ancora oggetto di censura in patria. Scritti tra il 1930 e il 1942, sono tratti da diverse raccolte e testimoniano, nella loro eterogeneità e molteplicità di stile, la ricchezza di interessi culturali e artistici dell'autore, vissuto tra l'Iran, l'India e Parigi e fine studioso della letteratura persiana. Dieci storie potentissime e stranianti, in cui prende vita il quotidiano delle masse popolari di Teheran - la piazza, il macellaio, la sala da tè, il barbiere, il miniaturista - così come la Parigi degli anni Trenta e Quaranta, fascinosa e inquieta. Una narrazione seducente, cupa e vertiginosa che ci trascina in un'atmosfera surreale, a tratti grottesca, carica di richiami al glorioso passato dell'Iran e alla sua tradizione millenaria.