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In un romanzo tanto audace quanto divertente, Pauline Klein racconta la storia di una giovane donna, Camille, che "piuttosto che abbaiare chi era, avrebbe sussurrato il suo essere": vuole avere il diritto di entrare attraverso porte proibite, entrare in luoghi stranieri, avere il diritto di dormire con lo sconosciuto di fronte a lei, non ascoltare il rumore del mondo, ma solo il suo. Epigona del recalcitrante scrivano di Melville (come dimenticare il suo celebre "I would prefer not to"), Camille oppone una resistenza tanto risoluta quanto passiva alla società e ai suoi diktat, ai ruoli che a trent'anni s'impongono: dovrà accettarli e "giocare alla vita"? Oppure no?