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Perché accogliere in casa nostra Zanella, poeta di ampia e complessa formazione, vissuto nel superato Ottocento? Può ancora parlare al contemporaneo un pensatore che trae nutrimento da un humus imbevuto di classici greco-latini, mistici medievali e Dante, su fino ai contemporanei italiani e stranieri? Sì, perché questo flusso vitale d'arte ci allaccia a quel passato sontuoso, il solo che possa svelarci ciò noi siamo. E questa testimonianza privilegiata è raccolta nei libri, sacerdoti del pensier. Conserviamoli come gioielli, dietro un cristallo: la libreria, posto in cui «i morti aprono gli occhi ai vivi».