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Il commissario Di Raio era stato raggiunto da una comunicazione giudiziaria. La sua vita, il suo lavoro, la sua immagine, all'improvviso, erano state messe in discussione. Intorno a lui si era creata un'atmosfera di sospetti e pregiudizi. Quello che lo spaventava di più, era il rischio di perdere tutto quello che si era costruito; il timore che i suoi familiari e amici potessero giudicarlo. La possibilità che potesse essere, addirittura, incriminato come mandante di un omicidio lo faceva impazzire. Era adirato con i suoi colleghi. Gli avevano nascosto che lo stavano controllando da mesi. Lo avevano tenuto all'oscuro di tutto. Non poteva immaginare fino a che punto fosse arrivata la loro sorveglianza e cosa avessero scoperto. Di Raio scosse il capo con un sorriso amaro. Doveva ammetterlo, qualcosa di cui gloriarsi lo aveva. Aveva comunque ottenuto la sua vendetta. Quando l'arresto di qualcuno avviene diverso tempo dopo che ha commesso un reato, il caso diventa complesso. Si trasforma in una faccenda personale. Il commissario Franco Di Raio contro l'enigmatico assassino di via Cerreto. La sfida tra i due avversari aveva assunto dimensioni epiche sui giornali.