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In una conversazione/intervista rilasciata all'altezza del 1903, Gerolamo Rovetta - ormai al culmine della sua maturità artistica -consegnava al romanzo il valore testamentario della propria concezione di poetica, riconoscendo a quel genere letterario la capacità di mantenere "intatta" nel tempo - rispetto al dramma o alla commedia - l'autenticità e l'interezza della sua portata teorica. Può dunque sorprendere come per lungo tempo la storiografia letteraria abbia lasciato non poche zone d'ombra sulla produzione romanzesca rovettiana: zone d'ombra che il presente volume intende contribuire a far luce, reinterrogando - sulla scorta dei più accreditati studi sulverismo - opere che hanno riscontrato nel pubblico di fine Ottocento notevole fortuna (Mater dolorosa; Le lacrime del prossimo...).