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«È un Eden questo luogo, / l'antico paradiso» dice il poeta (Le altane di Carozzo I), ma potremmo anche dire che è una rivisitazione del locus amoenus dei classici in una chiave moderna, in quanto viene inserito, come nuovo elemento centrale e fondamentale, il mare che qui è lo stesso mare entrato da protagonista nella poesia con Meriggiare pallido e assorto di Montale. E il mare, questo mare, splendente e luminoso, determina una diversa percezione della luce, in una pluralità cromatica e percettiva che crea una netta differenza con il percepire la luce di altre epoche storiche, in primis con il Medio Evo che, nelle vetrate gotiche, ha sfruttato la vivacità del colore esaltato dalla luce che lo compenetra. Qui invece la luce dà una pluralità di variazioni cromatiche all'unico colore del mare e tutto avviene nell'ambito dell'autonomia della natura con il mare che sembra esso stesso fonte e soggetto di luce, non oggetto riflettente.