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Costretto dalla propria sbadataggine a trascorrere una notte d'agosto fuori casa, il protagonista, per ingannare il tempo riapre il cassetto dei ricordi. Come per magia, veniamo trasportati nella Roma degli anni '50 e '60, osservata prima con gli occhi di un bambino e poi con quelli di un ragazzo, che poco alla volta diventa uomo. Il tutto in compagnia di un'allegra banda di altri nani di borgata, così simili nel modo di vestire e di esprimersi, così diversi nelle loro specifiche caratteristiche. Ci troviamo in un mondo che appare lontano secoli da quello in cui viviamo, dove la scuola era la Scuola, la maestra era la Maestra, ma soprattutto i giochi erano i Giochi, non games e tanto meno video. Un viaggio nel tempo, condito da una struggente ma dolce nostalgia, da un arcobaleno di sentimenti e sensazioni e da tanta sana autoironia.