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L'arte in Occidente ha sviluppato una complessa simbologia linguistica, attraverso la quale l'artista manipola il suo materiale per comunicare qualcosa al suo pubblico. La musica è considerata un linguaggio dei sentimenti e si compone di «forme sonore in movimento». È questo l'unico punto in comune con l'idea di arte in Oriente, che comunica per effetti visivi in movimento, gli ideogrammi, e non attraverso il logos, la semplice e rigida parola. In questo testo gli autori partono dal taoismo per poi configurare mirabili excursus entro il suono, la vibrazione, il sentire e i suoi effetti, energetici e psichici, locali e generali. Prefazione di Carlo di Stanislao.