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Tra tutte e sette le arti, il cinema è probabilmente quella più multiforme, sfaccettata, dispersiva e pertanto ricca, complessa, versatile e completa. S'inerpica e si contorce, si srotola e si disperde piacevolmente nei meandri dei propri schemi, dei propri archetipi e delle proprie apparentemente inafferrabili varianti. Questo meraviglioso complesso, che rappresenta una vera e propria evoluzione, è stato oggetto di interminabili studi. Ma voi non siete qui per sapere il perché e il percome della nascita del cinema e non è intenzione di questo libro spiegarvelo. Quello che vi propongo invece è un percorso, un excursus all'interno di una particolare categoria di pellicole che, tirando goliardicamente in ballo l'omonimo cult norvegese (e se non l'avete visto recuperatelo) di Hans Petter Moland, ho chiamato "In ordine di sparizione". Titoli per l'appunto "spariti", dimenticati, ai margini di un universo produttivo nel quale il successo in termini di botteghino non è sempre sinonimo di qualità.