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In quegli anni lì , alla fine della seconda guerra mondiale, Marta è una bambina. Sta in Zona B, dalla parte sbagliata del Territorio libero di Trieste. Tocca andar via. E vanno, con sperdimento da formiche, e finiscono in un campo profughi ai margini di un paesino dove tutti parlano sloveno. Di qua gli esuli, di là i slavi. Definizioni che sono insulti simmetrici. Ed è là che Marta diventa signorina. Va a scuola, con fatica, come tutti, in quegli anni lì, specie se sei povero e non vuoi farlo vedere. Ma anche con il desiderio di non provarla più, quella vergogna. Per quello ci vuole 'il posto'. Marta diventerà una maestra, anzi una 'maestrina' con il desiderio di cambiare quel diminutivo. Ma anche con desideri più grandi. Come cambiare il mondo. La sua storia si arresta ai bordi del '68.